La Favola della Fiera

     

    Astaville era un paese racchiuso tra alte montagne. La gente lavorava duramente, ma era difficile sfamare la propria famiglia. Così quando un vecchietto, un po' gobbo e malato, percorse le strade del paese, passando di casa in casa a chiedere cibo e ricovero, venne allontanato.

    Bussò anche alla casa di tre giovani fratelli. Questi, non avendo famiglia e potendo contare sulle loro braccia robuste, accolsero in casa il pover'uomo, lo rifocillarono e lo curarono per una settimana.

    Rimessosi, il viandante li ringraziò, e prima di andarsene promise loro che avrebbe riempito di beni preziosi i capienti fienili di ognuno.

    Quel giorno i tre fratelli sognarono ad occhi aperti. Si videro sommersi da oro, gioielli e oggetti preziosi. Pensarono che in realtà il vecchietto fosse un grande mago e, forse, non avevano tutti i torti. Andarono a dormire, e il mattino dopo, al loro risveglio, fecero una scoperta che li lasciò con l'amaro in bocca. I tre fienili erano ricolmi di pietre, legna e ferro.

    Si guardarono in faccia e poi uno esplose:

    - Ci ha preso in giro, altro che beni preziosi: pietre e legno li troviamo in ogni luogo qui tra le montagne
    - E il ferro? - Sbottò il secondo - Cosa ce ne facciamo? Ce n'è così tanto che potremmo lastricarci tutte le strade del paese!

    Il terzo, che stava riflettendo, disse loro che quei materiali potevano essere utili per costruire case o muri, recinti, attrezzi. Ci si poteva anche scaldare durante i rigidi inverni.

    Gli altri fratelli dovettero ammettere che aveva ragione e i loro animi si placarono: era comunque stato un enorme regalo, e l'avrebbero diviso con gli altri. Poi si sedettero davanti a quella enorme quantità di tronchi di legno e la studiarono.

    Giovanni, il più piccolo, fissando un tronco ci vide le sembianze di un volto. Quella notte non dormì. Quel volto lo tormentava e lo rendeva euforico. Il mattino dopo decise che doveva estrarre quel volto da quel pezzo di legno. Si diede da fare con coltelli, scalpelli e vari attrezzi, ma il risultato non fu un granchè.

    Quasi la stessa cosa successe al secondo fratello, Cesare, quando decise di usare alcune pietre per impreziosire il giardino con delle aiuole di pietra. Erano però troppo diverse tra loro e quindi provò a modellarle. Il risultato fu però deludente.

    Il terzo fratello, Gasparino, decise invece che con quel ferro avrebbe potuto costruire gli attrezzi che servivano agli altri fratelli e a tutti in paese. Andò quindi dal fabbro ad imparare il mestiere.

    Dopo anni di studi e tentativi era tutti diventati bravissimi. Giovanni faceva sculture di legno così belle che per tutti era un'emozione guardarle. Inoltre costruiva attrezzi utili a tutto il paese: scale, rastrelli, mestoli, ciotole, giochi, mobili e tanto altro. Anche Cesare ormai si destreggiava bene con la pietra, e riusciva addirittura a costruire delle stufette che erano dei capolavori, oltre a vere e proprie sculture in pietra. Gasparino era ormai un provetto fabbro, espertissimo in ferro battuto, e non c'era oggetto che non potesse forgiare: cancelli, lampadari, attrezzi, e creazioni artistiche mozzafiato.

    Tutti e 3 avevano ormai messo su famiglia. Avevano avuto dei figli, e avevano insegnato a loro e ai paesani la loro arte.
    Le loro case e molte altre, erano ormai al collasso per i troppo oggetti creati e accumulati. Decisero quindi di riunire le 3 famiglie e cercare una soluzione. Dopo ore di discussioni non erano ancora approdati a nulla. Poi, uno dei loro figli più piccoli, scattò in piedi illuminandosi in viso.

    - Li vendiamooo!- Urlò - Sì, teniamo quelli a noi più cari e gli altri li vendiamo e facciamo felici anche altre persone!

    L'idea piacque a tutti, ma come fare? Aprire un negozio? Ce ne sarebbero voluti parecchi. Dopo aver scartato diverse soluzioni si misero d'accordo su di una strategia.

    Ci volle qualche mese per preparare il tutto, poi annunciarono in paese che il 30 gennaio ci sarebbe stata una grande festa a casa loro, e tutti erano invitati. Lavorarono ancora tutta la notte precedente per preparare il grande evento.

    Arrivò il giorno tanto atteso da tutti. La gente s'incamminò in strada per andare dai fratelli e... OOOOOOOHHHHHH: lo stupore, la meraviglia!

    La strada principale era ricolma di banchetti sui quali facevano bella mostra di sè tutti gli splendidi oggetti creati da Giovanni, Cesare, Gasparino e i loro figli. Era un cosa sbalorditiva tutte quelle opere d'arte sotto i loro occhi. Passeggiare e continuare a scoprire nuove sculture, attrezzi e piccoli capolavori. La gente impazzì e comprò quasi tutto.

    Ammirati da quel lavoro e da quel modo di vendere, di anno in anno, le persone che partecipavano all'evento aumentarono, tanto che tutte le strade e piazze del paese erano sommerse di banchetti con opere d'arte.
    La chiamarono la 'Fiera d'inverno'. Diventò così famosa che le persone arrivavano anche da molto lontano.

    Giovanni, Cesare e Gasparino era ormai diventati vecchi. Si ritrovarono insieme una sera e cominciarono a parlare di quel giorno, quando diedero rifugio a quel vecchio.

    Giovanni disse:

    - Grazie a lui abbiamo trovato dentro di noi la nostra arte, l'amore per la natura-

    - È vero - gli fece eco Cesare - Siamo maturati, abbiamo lavorato per la gente e per il paese!

    - E non per ultimo - disse Gasparino - Abbiamo delle belle famiglie. Possiamo dire che il vecchietto ci ha veramente lasciato 3 fienili pieni di beni preziosi: Amore, amicizia e serenità.

     

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